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Gli auguri e il bilancio dell’anno del presidente di BKey Consulting, Luca Gazocchi
Si approssima la fine dell’anno 2018, e come sempre, questa è l’occasione per tracciare un Bilancio della nostra attività e delle performance dei nostri clienti.
Lo scenario economico del 2018 si è caratterizzato per una certa ripresa di fiducia e di voglia di intraprendere da parte del mondo economico e dei nostri clienti.
Gli interlocutori che hanno dimostrato più coraggio nel corso degli anni più recenti sono quelli di natura finanziaria, in particolare il mondo del Private Equity, che si connota ormai con una grande varietà di profili e di atteggiamenti verso gli investimenti di cui si rendono protagonisti.
Il vecchio mantra dei tre anni, delle operazioni a forte leva e dei build up selvaggi, spesso senza grande coerenza strategica, è ormai un ricordo che fortunatamente è sempre meno attuale e si è grandemente ridotto dopo la grande crisi finanziaria del 2009.
Noi dal nostro punto di vista abbiamo vissuto dei turnaround con alla base forti progetti industriali.
Il caso più brillante è sicuramente quello di Dulevo International, azienda parmense che da una situazione di dissesto economico finanziaria si ritrova oggi ad essere una delle realtà più brillanti del suo mercato (quello delle street-sweepers) per tassi di crescita e EBITDA, e che ha ancora ampi spazi di miglioramento.
Registra un fatturato che passa dai 45 mio del 2012 agli 80 di quest’anno con EBITDA percentuale sul fatturato netto a doppia cifra.
Quale il segreto di questo successo dirompente:
1. Una partecipazione del management del fondo estremamente attiva nel disegnare il progetto di rilancio, direi un approccio molto “imprenditoriale”.
2. Un progetto industriale di primordine che ha permesso di trasformare un approccio produttivo artigianale (a Isola) nell’applicazione della Lean manufacturing ai processi del ciclo fisico con un netto miglioramento della produttività, una riduzione degli stock grazie all’applicazione del Just in Time con i fornitori del 70% dei componenti.
3. Una nuova visione dei mercati orientata ad un approccio votato al marketing strategico con chiara individuazione dei mercati a più alto potenziale e personalizzazione dei prodotti per rispondere in modo compiuto alle esigenze di questi ultimi.
4. La conseguente ristrutturazione della rete commerciale finalizzata a conseguire gli obiettivi di penetrazione delineati nel piano strategico dell’azienda.
5. Grande attenzione al Product Development a dimostrazione che i risultati di oggi sono ottenibili solo ragionando con un orizzonte di più lungo termine.
6. L’intelligente utilizzo di risorse consulenziali di alto profilo, capaci di portare in azienda culture industriali evolute e di accorciare i tempi del change management, tutto ciò con la coscienza e il disegno che questi hanno il primario compito di innestare nell’humus aziendale le competenze e le skills necessarie a permettere all’azienda di fare a meno di loro e di garantirsi un management capace di fare propri questi principi e di svilupparli autonomamente.
La morale, come direbbe un cantastorie del passato, è che per ottenere significativi risultati occorre in primis disegnare un progetto, non aver paura di farsi aiutare da profili di alto livello, e dimenticare il mito dei quick win, che o non esistono o sono un colpo di fortuna.
Senza visione di lungo termine non si costruisce neanche a breve.
Questo è probabilmente il grosso problema delle PMI italiane, che restano incredule di fronte a progetti di lungo termine, preferiscono management in azienda al 100%, ma spesso di basso profilo e che guardano alla concorrenza e alla competizione come a quella del loro vicino di casa.
L’insuccesso del 2018 per BKey Consulting è da rinvenire nella scarsa capacità di penetrare la piccola impresa italiana; è per noi molto più facile lavorare con i private Equiter o con aziende di dimensione e organizzazione molto più evolute. Peccato, un’occasione mancata per noi e per i nostri potenziali partners.
Il coraggio normalmente ha bisogno di visione e di idee e questo è sicuramente il caso di Bonifiche Ferraresi con cui abbiamo costruito un progetto ambiziosissimo e di grande rilievo. L’idea di base dell’AD del gruppo, il dott. Vecchioni, era trasformare la più grande realtà italiana nell’agricoltura in un gruppo integrato capace di produrre la materia prima, trasformarla, industrializzarla e portarla con un suo marchio sulla tavola delle principali famiglie italiane.
Da questa ambizione nasce “Le Stagioni d’Italia”, oggi presente sul mercato della Grande Distribuzione con prodotti che vanno dalla pasta di semola al riso, alle tisane, ai legumi e che si arricchirà nel tempo di molte altre categorie merceologiche.
Siamo molto grati al dott. Vecchioni per averci dato l’opportunità di dare a questo progetto il nostro contributo d’esperienza.
Ci inorgoglisce il fatto che il cliente ci abbia chiesto di inserire nella sua struttura organizzativa un Sr. Partner di BKey Consulting con un ruolo apicale e facciamo i nostri migliori auguri ad Antonio Posa che siamo sicuri porterà il progetto al successo che merita.
E qui tornerei per un momento alla morale, non si deve fare confusione, si deve partire dal disegnare un progetto, non dall’esigenza di tappare un buco organizzativo con un Temporary Manager.
Noi siamo felici di fare i Temporary presso un nostro cliente ma amiamo partire da un piano industriale o dal disegno di un progetto ad hoc. Prima definiamo il terreno di gioco, le priorità e gli obiettivi, poi li realizziamo mai da soli bensì insieme ai clienti.
Vi ho raccontato due storie, avrei potuto sceglierne altre, ma non vorrei scrivere un tomo della Treccani e quindi mi tengo qualche spunto per la prossima volta.
E ora qualche riflessione sulla nostra organizzazione.
BKey Consulting continua ad avere un approccio di sviluppo che ci ha permesso di essere sul mercato da 10 anni e così anche quest’anno sono entrati nella nostra famiglia professionale due nuovi professionisti di grande livello, Francesco Marchese e Gianfranco Baldin. Il primo con una lunga carriera di alto livello svoltasi in gruppi italiani e multinazionali quali Barilla, Colgate, LG e più recentemente Vorwerk come Direttore Generale di Bimby, il secondo di estrazione finanziaria con esperienze di grande rilievo e successo in Safilo, Maserati, Gruppo FCA con ruoli di Direzione Finanziaria.
Il principio è sempre lo stesso: entrano persone che si caratterizzano per una comune visione della professione e che hanno spesso condiviso esperienze lavorative in ruoli manageriali con l’obiettivo di avere uno stile e un approccio distintivo, il nostro stile.
Cosa ci aspetta per il 2019? Innanzitutto la speranza della stabilità e che i nostri governanti la perseguano con determinazione. Il baratro della recessione è da evitare come la peste. Il nostro paese è come un bimbo che inizia a camminare, se gli sfiliamo il tappeto da sotto i piedi cade e si fa male. Stendiamo le pieghe e facciamo cose concrete, con le possibilità che abbiamo e il pensiero rivolto al futuro: lavorare per il domani produce risultati anche sull’oggi, non sempre è vero il contrario.
Non è il momento degli opportunisti, ma quello coraggioso dei costruttori. Come diceva un imprenditore per cui ho avuto la fortuna di lavorare molti anni fa, Pietro Barilla: “Andiamo avanti con coraggio”. È sempre un grande lezione e contiene due elementi fondamentali, il progredire e il coraggio appunto.
E con ciò, nella speranza di non avervi annoiato, vi auguro un Sereno Natale e un 2019 ricco di visione e di successo.
Lo scenario economico del 2018 si è caratterizzato per una certa ripresa di fiducia e di voglia di intraprendere da parte del mondo economico e dei nostri clienti.
Gli interlocutori che hanno dimostrato più coraggio nel corso degli anni più recenti sono quelli di natura finanziaria, in particolare il mondo del Private Equity, che si connota ormai con una grande varietà di profili e di atteggiamenti verso gli investimenti di cui si rendono protagonisti.
Il vecchio mantra dei tre anni, delle operazioni a forte leva e dei build up selvaggi, spesso senza grande coerenza strategica, è ormai un ricordo che fortunatamente è sempre meno attuale e si è grandemente ridotto dopo la grande crisi finanziaria del 2009.
Noi dal nostro punto di vista abbiamo vissuto dei turnaround con alla base forti progetti industriali.
Il caso più brillante è sicuramente quello di Dulevo International, azienda parmense che da una situazione di dissesto economico finanziaria si ritrova oggi ad essere una delle realtà più brillanti del suo mercato (quello delle street-sweepers) per tassi di crescita e EBITDA, e che ha ancora ampi spazi di miglioramento.
Registra un fatturato che passa dai 45 mio del 2012 agli 80 di quest’anno con EBITDA percentuale sul fatturato netto a doppia cifra.
Quale il segreto di questo successo dirompente:
1. Una partecipazione del management del fondo estremamente attiva nel disegnare il progetto di rilancio, direi un approccio molto “imprenditoriale”.
2. Un progetto industriale di primordine che ha permesso di trasformare un approccio produttivo artigianale (a Isola) nell’applicazione della Lean manufacturing ai processi del ciclo fisico con un netto miglioramento della produttività, una riduzione degli stock grazie all’applicazione del Just in Time con i fornitori del 70% dei componenti.
3. Una nuova visione dei mercati orientata ad un approccio votato al marketing strategico con chiara individuazione dei mercati a più alto potenziale e personalizzazione dei prodotti per rispondere in modo compiuto alle esigenze di questi ultimi.
4. La conseguente ristrutturazione della rete commerciale finalizzata a conseguire gli obiettivi di penetrazione delineati nel piano strategico dell’azienda.
5. Grande attenzione al Product Development a dimostrazione che i risultati di oggi sono ottenibili solo ragionando con un orizzonte di più lungo termine.
6. L’intelligente utilizzo di risorse consulenziali di alto profilo, capaci di portare in azienda culture industriali evolute e di accorciare i tempi del change management, tutto ciò con la coscienza e il disegno che questi hanno il primario compito di innestare nell’humus aziendale le competenze e le skills necessarie a permettere all’azienda di fare a meno di loro e di garantirsi un management capace di fare propri questi principi e di svilupparli autonomamente.
La morale, come direbbe un cantastorie del passato, è che per ottenere significativi risultati occorre in primis disegnare un progetto, non aver paura di farsi aiutare da profili di alto livello, e dimenticare il mito dei quick win, che o non esistono o sono un colpo di fortuna.
Senza visione di lungo termine non si costruisce neanche a breve.
Questo è probabilmente il grosso problema delle PMI italiane, che restano incredule di fronte a progetti di lungo termine, preferiscono management in azienda al 100%, ma spesso di basso profilo e che guardano alla concorrenza e alla competizione come a quella del loro vicino di casa.
L’insuccesso del 2018 per BKey Consulting è da rinvenire nella scarsa capacità di penetrare la piccola impresa italiana; è per noi molto più facile lavorare con i private Equiter o con aziende di dimensione e organizzazione molto più evolute. Peccato, un’occasione mancata per noi e per i nostri potenziali partners.
Il coraggio normalmente ha bisogno di visione e di idee e questo è sicuramente il caso di Bonifiche Ferraresi con cui abbiamo costruito un progetto ambiziosissimo e di grande rilievo. L’idea di base dell’AD del gruppo, il dott. Vecchioni, era trasformare la più grande realtà italiana nell’agricoltura in un gruppo integrato capace di produrre la materia prima, trasformarla, industrializzarla e portarla con un suo marchio sulla tavola delle principali famiglie italiane.
Da questa ambizione nasce “Le Stagioni d’Italia”, oggi presente sul mercato della Grande Distribuzione con prodotti che vanno dalla pasta di semola al riso, alle tisane, ai legumi e che si arricchirà nel tempo di molte altre categorie merceologiche.
Siamo molto grati al dott. Vecchioni per averci dato l’opportunità di dare a questo progetto il nostro contributo d’esperienza.
Ci inorgoglisce il fatto che il cliente ci abbia chiesto di inserire nella sua struttura organizzativa un Sr. Partner di BKey Consulting con un ruolo apicale e facciamo i nostri migliori auguri ad Antonio Posa che siamo sicuri porterà il progetto al successo che merita.
E qui tornerei per un momento alla morale, non si deve fare confusione, si deve partire dal disegnare un progetto, non dall’esigenza di tappare un buco organizzativo con un Temporary Manager.
Noi siamo felici di fare i Temporary presso un nostro cliente ma amiamo partire da un piano industriale o dal disegno di un progetto ad hoc. Prima definiamo il terreno di gioco, le priorità e gli obiettivi, poi li realizziamo mai da soli bensì insieme ai clienti.
Vi ho raccontato due storie, avrei potuto sceglierne altre, ma non vorrei scrivere un tomo della Treccani e quindi mi tengo qualche spunto per la prossima volta.
E ora qualche riflessione sulla nostra organizzazione.
BKey Consulting continua ad avere un approccio di sviluppo che ci ha permesso di essere sul mercato da 10 anni e così anche quest’anno sono entrati nella nostra famiglia professionale due nuovi professionisti di grande livello, Francesco Marchese e Gianfranco Baldin. Il primo con una lunga carriera di alto livello svoltasi in gruppi italiani e multinazionali quali Barilla, Colgate, LG e più recentemente Vorwerk come Direttore Generale di Bimby, il secondo di estrazione finanziaria con esperienze di grande rilievo e successo in Safilo, Maserati, Gruppo FCA con ruoli di Direzione Finanziaria.
Il principio è sempre lo stesso: entrano persone che si caratterizzano per una comune visione della professione e che hanno spesso condiviso esperienze lavorative in ruoli manageriali con l’obiettivo di avere uno stile e un approccio distintivo, il nostro stile.
Cosa ci aspetta per il 2019? Innanzitutto la speranza della stabilità e che i nostri governanti la perseguano con determinazione. Il baratro della recessione è da evitare come la peste. Il nostro paese è come un bimbo che inizia a camminare, se gli sfiliamo il tappeto da sotto i piedi cade e si fa male. Stendiamo le pieghe e facciamo cose concrete, con le possibilità che abbiamo e il pensiero rivolto al futuro: lavorare per il domani produce risultati anche sull’oggi, non sempre è vero il contrario.
Non è il momento degli opportunisti, ma quello coraggioso dei costruttori. Come diceva un imprenditore per cui ho avuto la fortuna di lavorare molti anni fa, Pietro Barilla: “Andiamo avanti con coraggio”. È sempre un grande lezione e contiene due elementi fondamentali, il progredire e il coraggio appunto.
E con ciò, nella speranza di non avervi annoiato, vi auguro un Sereno Natale e un 2019 ricco di visione e di successo.
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